LANZO – Una delle tante lapidi, riporta questo messaggio: “Ai giovani d’Italia resti vivo il ricordo dei ragazzi del ‘99 che diciottenni sul Grappa e sul Piave nella guerra 1915-1918 insieme ai più anziani combatterono perché la patria fosse salva”. «Un connubio, quello tra giovani ed anziani, sul quale ho riflettuto proprio in questi giorni grazie ad un episodio casuale successo in famiglia: mia figlia doveva fare, come compito scolastico, un’intervista al nonno sul periodo della sua infanzia. Ad una delle domande, mio padre ha risposto: “il 4 novembre andavo tutti gli anni al pranzo dei cavalieri di Vittorio Veneto con mio nonno Giacomo”. Tra quel cavaliere di Vittorio Veneto sepolto nelle nostre valli e mia figlia, sono racchiuse cinque generazioni, ognuna delle quali ha combattuto o si è sacrificata in modi diversi per l’avvenire delle altre.
Solo comprendendo ciò i nostri giovani, e noi stessi, possiamo vivere da cittadini esemplari, in pace e sereni, dimostrando nella vita civile lo stesso senso del dovere dimostrato in trincea da quei Ragazzi del ’99 (1899), chiamati improvvisamente alle armi e molti di loro caduti, portando nel cuore la visione di una Patria grande e rispettata, pacifica e laboriosa, libera, come vuole e deve continuare ad essere l’Italia di oggi e di domani».
Con il ricordo del primo cittadino Fabrizio Vottero, domenica 7, Lanzo ha celebrato la Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate e la ricorrenza della fine della Prima Guerra Mondiale.
Dopo la messa in ricordo dei Caduti di tutte le Guerre nella chiesa di Santa Croce e la cerimonia di alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro e dell’omaggio floreale al Monumento ai Caduti, al Cippo delle Scuole e al monumento ai Caduti della prima Guerra Mondiale, la cerimonia è proseguita al LanzoIncontra dove, dopo il saluto del sindaco, sono intervenuti il Tenente Colonnello Andrea Vindrola e il primo Luogotenente Giuseppe Vallone, rappresentanti dell’Aeronautica Militare.
«Per ricordare ai giovani l’assurdità della guerra – ha concluso Vottero – Papa Francesco in occasione dell’Angelus del 1 settembre 2013, si fece interprete di quello che definì il “grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! È il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato”.
Difendiamo allora tutti insieme, uniti nel tricolore, quanto abbiamo perché ciò è frutto del sacrificio di generazioni che ci hanno preceduto; partecipiamo attivamente alla vita comunitaria, non diamo tutto per scontato, non aspettiamo che solo altri facciano limitandoci a giudicarne l’operato, non pensiamo che la pace sia eterna se non la
proteggiamo noi ogni giorno. Impariamo e non vergogniamoci di a dire GRAZIE!
Il tricolore che rappresenta l’Italia unita e che abbiamo proiettato in queste sere sulle pareti della nostra scuola, sia davvero il riferimento per i nostri ragazzi e le nostre ragazze, rendendoli ogni giorno fieri di essere italiani così come lo sono stati fino in fondo quei ragazzi del ‘99 che ci hanno permesso oggi di esserlo».