VIU’ – Ci sono persone che per il loro carattere, la loro personalità entrano nella storia di un paese e sicuramente Bruno Mulatero, per anni insegnante di matematica presso la Scuola Media di Viù, è una di queste. A tracciarne un ritratto del professore, scomparso recentemente, il sindaco Daniela Majrano.
<<Quando Bruno arrivò a Viù, la nostra scuola attraversava un momento di difficoltà. Mancavano insegnanti di ruolo, le nomine dei docenti avevano tempi lunghi e spesso si arrivava a novembre prima di avere in cattedra il professore incaricato per l’intero anno scolastico. La cosa comportava, naturalmente, ritardi nello svolgimento dei programmi, oltre che una mancanza di continuità tra un anno e l’altro.
Con l’arrivo di Bruno brillò finalmente il sole, altri colleghi nel tempo lo seguirono e si costituì gradatamente un corpo docente affezionato alla scuola, ricco di idee e proposte che cambiarono letteralmente l’istituto, attraendo nuovi iscritti, anche non autoctoni.
Ed effettivamente Bruno era il sole intorno al quale ruotavano insegnanti qualificati che rimasero a Viù spesso fino al pensionamento, perché l’ambiente era familiare, permeato di novità, ma anche di principi e regole salde, alle quali non si ammetteva deroga.
Chi ha conosciuto Bruno, nel pieno del suo vigore, lo ricorda come docente severo, ma incline al sorriso, organizzato, equilibrato nelle valutazioni, pronto a cazziare i più dotati per stimolarli a fare di più e a cercare di comprendere fino in fondo le difficoltà dei più fragili o un improvviso calo di rendimento legato alle motivazioni più varie.
Lo ricorda altresì gioioso nelle uscite didattiche, scherzoso, ironico e autoironico nei momenti di festa, garbato e piacevole con i colleghi.
Del prof. di matematica tutti gli allievi avevano rispetto perché i ragazzi, per lui, non erano numeri a cui trasmettere i concetti matematici e le teorie scientifiche, su cui Bruno teneva lezioni affascinanti, ma persone cui guardare in quanto tali.
Ogni allievo riconosceva in lui una guida, un punto di riferimento, non solo per la scuola.
E così per i colleghi, Bruno non era il docente dell’aula accanto, ma un collega pronto a condividere tutto quello che facilitava il lavoro e ti faceva star bene nella scuola di Viù, di cui è stato vicepreside praticamente fino a quando ha cominciato ad avvertire i primi segni della malattia.
Mulatero aveva una conoscenza straordinaria della realtà in cui operava. Ci sono relazioni che descrivono il contesto della nostra scuola con precisione a dir poco scientifica: dispersione abitativa, isolamento dei ragazzi che vivono nelle borgate più lontane e che quindi hanno bisogno della scuola per stare con i coetanei, complessità dei trasporti, rapporti con le istituzioni, le associazioni locali, report sull’andamento scolastico al termine della scuola media, insomma un quadro ricco e completo, che poteva stilare soltanto chi conosceva dal di dentro la realtà.
Anche con le famiglie Bruno ha intrattenuto rapport proficui, considerandole una componente importante del processo educativo; quindi, ne ha cercato l’aiuto, mai ponendosi come giudice nei loro confronti, ma come collaboratore disponibile.
Non voglio ricordare la sofferenza di questi ultimi mesi, che per una persona schiva, umile, discreta come Bruno devono essere stati una pena, mi auguro non sempre accompagnata dalla piena consapevolezza.
Mi piace invece pensare che il giorno in cui venne a salutare i suoi ragazzi, si congedò regalando loro una matita, che conteneva, dalla parte opposta alla punta dei piccoli semi di specie diversa. Li ho interpretati come un messaggio caro prof. Rivelavano non solo la tua passione per le scienze e la natura, ma i semi che tu hai gettato in tutti questi anni in mezzo a noi e che ciascuno ha raccolto e serbato nel proprio cuore per farne tesoro>>.
Ciao Bruno!