Un viaggio per ricordare, scoprire, comprendere. Nasce così “Il respiro di Sarajevo” che venerdì, 24 novembre alle 17.30 verrà presentato all’Auditorium, Palazzo San Daniele, Polo del ‘900, Piazzetta Antonicelli, a Torino.
L’incontro sarà un momento di riflessione sui temi trattati nel documentario Il respiro di Sarajevo, in corso di realizzazione a trent’anni dall’assedio della capitale bosniaca. Si parlerà del ruolo della testimonianza come contributo alla ricerca e alla divulgazione di una storia fatta anche dalla gente comune, del valore dell’accoglienza con il ricordo del Comitato accoglienza profughi ex Jugoslavia di Torino, della guerra vista con gli occhi di alcuni importanti fotografi italiani e, naturalmente, di Sarajevo e del suo… “respiro”.
Nel corso della serata verranno mostrati alcuni frammenti del contenuto filmato. Saranno inoltre presenti alcuni dei protagonisti del documentario.
Dopo i saluti di Barbara Berruti, direttrice Istoreto, interverranno Carlo Greppi, Alfredo Sasso, Paolo Siccardi, Max Ferrero. Introdurranno l’incontro Fabiana Antonioli e Andrea D’Arrigo, che abitano a Mezzenile e a Lanzo. Al termine della presentazione verranno distribuiti i Torcetti di Lanzo, simbolo del territorio valligiano.
Sanja e Zoran sono una coppia di Sarajevo che vive in provincia di Torino dal 28 settembre 1993. Nati e cresciuti senza barriere ideologiche, pienamente coinvolti nella vita culturale e sociale della loro città di origine, sono drammaticamente costretti a subire, per alcuni mesi, la lacerante esperienza del più lungo assedio bellico della storia del XX secolo. Riescono a fuggire e, dopo alcune vicissitudini, giungono in Italia insieme al figlio di un anno d’età. Accolti inizialmente a Torino, grazie all’aiuto di un gruppo di amici torinesi conosciuti qualche anno prima della guerra durante una vacanza, sono poi seguiti dal Comitato accoglienza profughi ex Jugoslavia del capoluogo piemontese e ospitati in un paese delle montagne vicine da chi decide di aprire generosamente la propria casa, dando loro l’opportunità di ricominciare.
A distanza di trent’anni da quegli eventi, il documentario vuole ripercorrere la loro storia attraverso una narrazione corale frutto di una intensa campagna di interviste realizzate da Fabiana Antonioli (regista dei pluripremiati Finché morte non ci separi/2008 e L’ultimo viaggio del Conte Rosso/2016) e da Andrea D’Arrigo (responsabile dell’Archivio Istoreto), ma vuole anche raccontare il volto multiforme di Sarajevo, le sue aperture e le sue contraddizioni, la sua dignità, il suo respiro.
L’opera si configura quindi non solo come un lavoro di ricerca storica attraverso l’uso delle fonti orali – che include anche le immagini di una visita dei protagonisti a Sarajevo esattamente trent’anni dopo il loro arrivo in Italia – ma anche come occasione di riflessione sulla guerra, la pace, i pregiudizi, la tolleranza, l’accoglienza, da proporre poi nell’ambito di percorsi didattici di educazione alla cittadinanza. Un viaggio nella storia e nelle coscienze per ricordare, scoprire, comprendere.