CANTOIRA – La storia del “bouldering” viaggia di pari passo con quella dell’alpinismo e dell’arrampicata del XX secolo. Da Oscar Eckensteinm a Paul Preuss, a Pierre Allain, per poi giungere alla “filosofia” del “sassimo” degli anni ’70. Da allenamento per l’alpinismo a disciplina fine a se stessa, il bouldering si è spesso conteso lo spazio con l’arrampicata sportiva, almeno per quanto riguarda i sassi di grande cubatura e altezza. E’ il caso dei “Massi” di frazione Balme di Cantoira, scoperti secondo la tradizione nel 1923 da Eugenio Ferreri, ma divenuti famosi negli anni ’70, specialmente grazie a Gian Piero Motti. Con l’affermazione dell’arrampicata sportiva verso la metà degli anni ’80, anche il bouldering diventò più “visionario” in termini di superamento delle difficoltà, e i massi di Cantoira si arricchirono di nuovi passaggi firmati dagli specialisti di questa disciplina. Oggi il sito è una conosciuta e frequentata palestra che offre un buon numero di itinerari chiodati medio – facili, e una settantina di passaggi di bouldering, sul filo della “storia”. Domenica 14 maggio alle 10,30 presso i Massi sarà l’occasione per conoscere il luogo e la sua storia, anche attraverso il racconto e il ricordo dei protagonisti. Si ricorderà Gian Piero Motti ormai a quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, e ci sarà l’occasione per conoscere i prodotti della vicina “Formaggeria Alpi Graie”, accompagnati da un buon sorso di “Birra Vertical”.