CHIALAMBERTO – Le montagne non sono solo la realtà inanimata cui siamo soliti pensare: parte da questa convinzione “Le cinque stagioni della montagna”, il nuovo romanzo di E.C. Bröwa, autore di Chialamberto che giunge così al suo settimo volume edito.
Come nei precedenti libri di Bröwa realtà e fantasia si intersecano: paesi, cime e sentieri che fanno da scenario alla storia non hanno nome, ma chi conosce le Valli di Lanzo non avrà difficoltà a individuarli; la casa sul pianoro forse non esiste, ma basta appena uno sforzo d’immaginazione per piazzarla in un luogo noto.
In “Le cinque stagioni della montagna” il racconto dell’amicizia fra il cittadino Pietro e la coppia di montanari Lisa e Vanni diventa lo spunto per narrare anche il secolare rapporto fra gli umani e la montagna, ricco quanto complesso. I punti di vista fra chi vive in quei luoghi e chi li considera una piacevole palestra all’aria aperta sono inizialmente diversi, ma forse un ambiente così bello e unico può davvero racchiudere in sé qualcosa che va oltre la realtà visibile.
«In questo mondo sempre più virtualizzato – commenta Bröwa – credere di vivere in un luogo che possiede uno spirito tutto suo è un peccato veniale che spero mi sarà perdonato. Per me è una certezza».
Il libro rimanda a un apparato multimediale di foto e video dei luoghi che hanno ispirato il romanzo, insieme pagine lette dall’autore, cui si accede tramite QR code a inizio dei capitoli.
Per leggere le prime pagine: ecbrowa.wixsite.com/browa/le-prime-pagine
Per ascoltare l’inizio: ecbrowa.wixsite.com/browa/dunque-stagioni
Bröwa vive a Chialamberto, dove da generazioni è radicata la sua famiglia. Scrive romanzi che raccontano natura e persone delle sue terre, le montagne da cui l’autore trae idee, ispirazione e storie, sia quelle più realistiche sia quelle frutto dell’immaginazione. Le vite degli alberi, i ricordi degli uomini, grandezza e declino di un ambiente unico, mondi sconosciuti ma forse non tanto lontani sono tutti accomunati dalla sfolgorante bellezza e dalla forza vitale che contraddistinguono delle Terre Alte.
Bröwa è uno pseudonimo, ma non è usato per nascondere l’identità, bensì per affermarla. Nel patois parlato in valle è, infatti, il soprannome tradizionale di famiglia, un ulteriore modo per sottolineare lo legame con la montagna e la gratitudine verso le proprie radici.