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Natura, eventi, territorio

Restaurata la croce liberty eretta in ricordo di Giuseppe Perlo

DiElena.Caligiuri

Set 21, 2023

BALME – Venerdì 15 settembre si è conclusa a Balme un’importante operazione di recupero, che ha
permesso di restituire la bellezza originaria ad un’opera d’arte danneggiata dal tempo. Questo intervento
è stato possibile grazie alla collaborazione tra la Sezione di Lanzo del CAI e gli Alpini della Sezione di
Torino dell’Associazione Nazionale Alpini. L’opera d’arte restaurata è la splendida croce liberty in ferro
battuto eretta in ricordo di Giuseppe Perlo, scomparso cento anni fa, il 30 dicembre 1923 durante la
ricognizione prima di una gara di sci a circa 300 metri sopra il Pian della Mussa, nei pressi dell’Alpe
Fontana.
Per le feste di fine anno del 1923, lo Ski Club Balme aveva organizzato un ricco programma: erano previste importanti gare di sci, di salto e di slitte.
Tra le altre, la gara cosiddetta di fondo, lunga 20 chilometri (oggi si definirebbe una competizione
scialpinistica) che aveva come percorso: Balme, Pian della Mussa, canale d’Arnas, colle Tovetto, colle
Tovo, pian Gioè, Comba e arrivo ai Cornetti. Tra i numerosi concorrenti si iscrisse alle gare anche
Giuseppe Perlo,socio della Sezione di Torino del Club Alpino e dell’Associazione Nazionale Alpini. “Era
un uomo robusto, sui 35 anni. Alto, secco, dal volto sbarbato, dall’aria energica, sembrava un tipo
inglese. Aveva il tratto signorile e garbato, l’aspetto simpatico e si era ben presto affiatato con la
numerosa comitiva di appassionati della montagna.”(Gazzetta del Popolo, Torino, 1° gennaio 1924).
Giuseppe Perlo era un vero amante della montagna, che conosceva bene non solo come
sportivo, ma anche come combattente valoroso. Nato nel 1888, partecipò alla Prima guerra mondiale
come capitano del 3° Reggimento alpini. Nel giugno del 1916 fu catturato a monte Fior e per un anno
rinchiuso in un campo di prigionia. Dopo la liberazione era tornato in guerra e si era particolarmente
distinto nel novembre del 1917 nei terribili combattimenti a Monte Badenecche, fu anche insignito della
medaglia d’argento al valor militare per l’eroismo dimostrato al Monte Castelgomberto il 4 dicembre
1917.
Perlo intendeva partecipare a diverse gare ed era partito da Torino la sera di giovedì 27 dicembre
con l’ultimo treno per Ceres. Viaggiava da solo, sceso dal treno, proseguì a piedi, nonostante una forte
tormenta e arrivò a Balme alle due di notte. Partecipò ad alcune competizioni di salto, ma il suo interesse
principale era rivolto alla gara di sci “di fondo” che si sarebbe svolta domenica 30 dicembre, ma le
proibitive condizioni del tempo costrinsero gli organizzatori a rinviare la gara al successivo martedì 1°
gennaio. La domenica mattina, fu presa la decisione di tracciare il percorso della gara e un gruppo di
guide balmesi partì per segnare con delle bandierine rosse il tragitto. Giuseppe Perlo decise di seguire le
guide per conoscere meglio l’itinerario. Nel primo pomeriggio le guide fecero ritorno a Balme, ma il
mancato rientro di Perlo preoccupò subito organizzatori e concorrenti, la sua abilità sciistica era nota, ma
si cominciò a temere che gli fosse accaduto un incidente, così furono immediatamente organizzati i
soccorsi. Le squadre di soccorritori erano composte da guide balmesi e soci del CAI, lo cercarono fino a
notte fonda, sfidando la tormenta, l’oscurità e il freddo intenso, purtroppo senza esito. Alle prime luci del
giorno successivo partirono nuovamente le squadre, intanto le condizioni del tempo erano migliorate e fu
possibile vedere alcune tracce lasciate dallo sfortunato sciatore, che permisero ai soccorritori di trovarlo
nel pomeriggio, nel tratto finale del percorso, a poca distanza dalla discesa finale. Giaceva supino,
appena ricoperto da un velo di neve, con gli sci ai piedi, un bastoncino sotto la schiena e l’altro in mano,
il volto sereno, i soccorritori affermarono che sembrava dormisse. Inizialmente si fece la supposizione
che fosse morto di sfinimento e di freddo, ma presto ci si convinse che fosse mancato per un arresto
cardiaco, perché la neve intorno al suo corpo non presentava alcuna traccia di spostamenti, segno
inequivocabile di una morte istantanea.
Giuseppe Perlo fu la prima vittima italiana della pratica sportiva dello sci.

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I familiari e gli amici fecero in seguito realizzare una bella croce in ferro battuto in stile liberty, e la
posarono sul luogo della disgrazia. Per molto tempo Antonietta Perlo, sorella gemella di Giuseppe, ogni
anno tornò a Balme per ricordarlo e ogni volta si faceva accompagnare fino alla croce per deporre un
nuovo mazzo di fiori di seta, con il quale sostituiva il mazzo dell’anno precedente. I balmesi ricordano i
racconti della presenza costante di “tota Perlo” e della croce sempre abbellita da un mazzo di fiori. La
disgrazia accaduta a Giuseppe Perlo colpì molto profondamente tutti gli abitanti e li coinvolse
emotivamente, le ripetute visite della sorella Antonietta contribuirono a mantenerne vivo il ricordo.
Questa vicenda è diventata parte della memoria collettiva di Balme. La presenza della croce ha anche
generato un nuovo toponimo, per tutti la zona da quel momento è infatti diventata “crous Perlo”.
Nell’inverno del 1974 le abbondantissime nevicate provocarono il distacco di una valanga dai
fianchi del Tovo, valanga che travolse e spezzò in due parti la croce, trascinando lontano la parte
superiore, che fu creduta persa per sempre. Invece, circa quindici anni dopo, due pastori la ritrovarono, e
la riportarono accanto al suo moncone, posizionandola nel miglior modo possibile.
Il CAI Lanzo ha ritenuto che questa opera d’arte liberty, preziosa ed elegante, rarissimo esempio
di croce liberty collocata ad oltre 2000 metri di quota, meritasse di essere restaurata in occasione del centenario della scomparsa di Perlo. È così stata avviata una complicata serie di azioni che hanno
consentito il trasporto a valle, il restauro e la ricollocazione della croce a 2050 metri di altitudine. Nel
mese di luglio, alcuni soci CAI hanno rimosso il moncone dal basamento e preparato la croce per il
trasporto con l’elicottero. In quei giorni il CAI Lanzo ha ristrutturato il bivacco Molino, sopra Balme,
utilizzando un elicottero per il trasporto in quota dei carichi pesanti, lo stesso elicottero ha fatto un volo in più per agganciare la croce e depositarla a Balme, dove è poi stata prelevata e trasportata nel
laboratorio di Angelico Sibona, fabbro in pensione e socio del CAI, che nel mese di agosto l’ha
completamente smontata, riparata, restaurata e rimontata, riportandola alla suo aspetto iniziale. I
volontari del CAI Lanzo hanno completato il lavoro del fabbro verniciandola, l’hanno poi imballata, in
modo che fosse protetta durante il viaggio di ritorno.
Il trasporto e la ricollocazione sono stati possibili grazie all’intervento degli Alpini della Sezione di
Torino dell’Associazione Nazionale Alpini, con alcuni volontari del CAI Lanzo. Questa fase, la più faticosa
e difficile di tutta l’operazione, si è svolta mercoledì 13 settembre, in una giornata con tempo assai
incerto, quando la croce è stata riportata a spalle, salendo un ripido sentiero, un trasporto veramente
impegnativo, difficile e molto faticoso. Gli Alpini hanno anche ricostruito il basamento e hanno
riposizionato la croce.
Infine venerdì 15 settembre si è svolta a Balme una semplice cerimonia per festeggiare il
compimento di un progetto molto impegnativo, arduo e faticoso, il cui valore è aumentato dal fatto che
tutte le attività sono state svolte da volontari.
Questa preziosa opera può ora essere ammirata partendo da Balme e salendo lungo il sentiero
217 a Pian Gioè, dove si svolta a destra sul sentiero 219 e si procede verso il Colle Tovo, si oltrepassa di
pochi metri l’Alpe Fontana e al bivio segnato con palo e frecce si gira a destra, dopo circa 50 metri si
raggiunge la croce. Una sosta davanti alla croce Perlo invita ancora oggi gli escursionisti ad un momento
di riflessione: certamente è un’occasione di raccoglimento per ricordare lo sfortunato sciatore nell’anno
in cui ricorre il centenario della sua scomparsa, ma è anche un momento da dedicare alla
contemplazione dello stupendo panorama che si gode da quel luogo, con la Ciamarella sullo sfondo. Ci
si trova infatti in un punto di osservazione particolare: il versante sud della valle, che offre scorci insoliti e
spettacolari.