LANZO – Forse sarà stata la volontà del mercante Allemano, forse sarà stato lo zampino del diavolo che ha lasciato come segno della sua presenza a Lanzo niente meno che un ponte, ma la festa della Cisrà e soprattutto gli eventi di sabato 27 maggio sono rimasti illesi dai temporali che minacciavano di scatenarsi sulla Città.
Mentre alla Casa dei Ceci, alpini e volontari per tutta la sera e tutta la notte hanno vegliato la “minestra della condivisione” il centro storico si è animato con l’apertura straordinaria del Museo Etnografico Comunale Laboratorio dell’Arte Tessile a cura del Comitato Ponte del Diavolo e l’inaugurazione del quadro di Ester Fornata Borla, opera di Irene Guarino.
Il museo, nato nel 2009, per volontà di Ester Fornara Borla (1927-2014) e realizzato dall’Amministrazione Comunale nell’ex istituto delle Suore Immacolatine –ed ora nella nuova sede in via Usseglio 8, a lato della Torre di Aimone di Challant – ha sempre avuto come obiettivo non solo di salvaguardare il ricordo ma, soprattutto, di favorire la riscoperta e la riproposta di attività manuali tipiche del territorio. ≪Un obiettivo fortemente mantenuto negli anni e, ancora oggi, perseguito con grande impegno e volontà dal “Comitato Ponte del Diavolo” e dal Gruppo “Ricamare Lanzo”, – hanno commentato il sindaco Fabrizio Vottero e l’assessore Tina Assalto – Ester sarebbe orgogliosa di tutto questo. Vedere poi le nuove generazioni vestite con gli abiti tradizionali non può che fortificare il nostro legame con la storia e proiettarla verso il futuro≫.
Proprio accanto al museo, sull’antica torre, cuore del borgo medievale, si sono aperte le danze, ma verticali, che hanno lasciato tutti con il fiato sospeso. Lo spettacolo LIFE – a cura di EvolutionAria, suggestivo ed emozionante ha visto l’esibizione di danzatori che hanno alternato coreografie corali ed individuali sulle due facciate del complesso della Torre civica. ≪Uno spettacolo che è andato oltre le nostre aspettative – ha sottolineato il sindaco – che abbiamo voluto qui a Lanzo, in occasione della Cisrà, perché tradizioni così importanti devono essere sempre “in evoluzione” e non essere mai dimenticate≫.
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Poi tutti su, verso le caratteristiche Coste, accompagnati dalla musica del gruppo Folk Corale Rododendro e da profumi inconfondibili per raggiungere la casa dei Ceci e vedere la continuazione della cottura della Cisrà. ≪Un ringraziamento particolare – ha concluso il sindaco – va a tutti coloro che ogni anno lavorano e si impegnano per la buona riuscita di questo evento, una macchina organizzativa davvero collaudata, senza la quale sarebbe impossibile organizzare una festa così particolare. Una tradizione antica che trae origine dal lascito di Giuseppe Allemano, un mercante di Viù ma residente a Lanzo che volle almeno per un giorno che i poveri del paese potessero sfamarsi. Nel 1728 lasciò cosi per testamento la rendita annuale di un capitale di 2mila lire perché si formasse una confraternita “per l’accompra et distributione di tanti ceci conditi alli poveri”. E da quel giorno Lanzo ha tenuto fede a questa decisione, trasformando così la Cisrà come la minestra di ceci per eccellenza. In quel grande pentolone è racchiuso tutto il significato dello storico lascito≫.
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Una lunga veglia terminata domenica mattina, con la benedizione della minestra da parte di don Franco Gribaudo a cui è seguita la distribuzione alla popolazione. Così i 100 kg di patate , 100 kg di ceci, 10 kg di carote, 10 kg di cipolle , 8 kg di sedano, una cassa di gusti, 4 kg di sale, 30 kg di costine, 10 kg di zampini di maiale, una grande dose di pazienza e tanto, tanto lavoro si sono anche quest’anno trasformate in una grande zuppa ricca di sapori semplici e genuini, conditi di solidarietà, amicizia e condivisione, che dal 1728 ad oggi non smette mai di stupire.
(Foto di Rosa Fragapane e Giuseppe De Troia)
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