LANZO – Tutto esaurito venerdì 18 novembre al salone del LanzoIncontra per la presentazione del Libro “Il ponte del Diavolo e le sue leggende” di Roberto Giardino Calcia.
Un volume importante, l’ottavo, della collana editoriale del Comitato Ponte del Diavolo, che il giornale on line La Grafite ha avuto il piacere di presentare, in occasione proprio dei 45 anni di fondazione del sodalizio. Un libro dedicato ai tre ex presidenti, Papurello, Peretti e Rapelli recentemente scomparsi e una serata per ricordare date ed eventi importanti che hanno segnato la storia del gruppo. Dopo il saluto della vice presidente Renata Bogino, tante le personalità di spicco presenti in sala che hanno voluto donare, anche in qualità di soci fondatori, un ricordo, da Bruno Maria Guglielmotto-Ravet, ad Aldo Audisio, ad Alberto Morella. Tutti concordi nel ricordare il 17 dicembre 1977, quando, nei locali della biblioteca civica, trenta personalità di spicco del mondo culturale lanzese si trovarono, sotto la guida di Ines Poggetto, per fondare il Comitato Ponte del Diavolo. ≪Ricordo quei momenti con piacere – racconta Bruno Maria Guglielmotto-Ravet – c’era un’atmosfera di grande entusiasmo, un profondo rispetto fra giovani e anziani, uno spirito di collaborazione che oggi manca in alcune associazioni valligiane, si organizzarono una miriade di iniziative, fra queste Aldo Audisio e io proponemmo di fare una mostra che analizzasse il Ponte del Diavolo nelle sue varie sfaccettature. Per l’occasione chiamammo a far parte del gruppo studiosi, specialisti in varie materie≫.
Un gruppo attivo e coeso che oggi, sotto la guida di Roberto Giardino, come allora, lavora per la valorizzazione del territorio, della sua storia e delle sue tradizioni.
≪Un sentito e personale ringraziamento al Comitato Ponte del Diavolo ed al suo Circolo Artisti, agli autori di ogni epoca che hanno saputo coniugare storia e leggende per donare qualcosa di magico al nostro ponte – ha commentato il primo cittadino Fabrizio Vottero – con un pensiero particolare alle personalità del mondo culturale lanzese che nel tempo hanno lasciato un segno tangibile ed indelebile, con testimonianze di varia natura che potrete apprezzare in questa originale raccolta.
Per noi lanzesi, il Ponte del Diavolo è davvero unico, proprio come è unica l’arcata che lo costituisce per creare ancora oggi, a distanza di più di seicento anni, un legame solido ed indissolubile tra le sponde della storia e della leggenda≫.
In questo volume sono state riportate undici diverse storie pubblicate in poco meno di due secoli di tradizione letteraria legata al Ponte del Diavolo. E la variabilità non riguarda solamente la trama delle leggende, ma anche i protagonisti e gli scrittori.
≪La prima pubblicazione risale al 1839 – spiega Roberto Giardino – grazie alla penna di un avvocato canavesano, Giuseppe Ellena. Dagli studi del socio fondatore Bruno Guglielmotto-Ravet è emerso come il primo racconto dato alle stampe, seppur succinto e con imperfezioni storiche, non sia stato quello del 1840 di Angelo Brofferio, come sinora creduto, ma bensì quello di Ellena, che, utilizzando lo pseudonimo Solitari dla Val Breuss, prende in giro i sempliciotti valligiani, che credono che l’opera muraria sia stata frutto dell’ingegno del diavolo≫. Proprio partendo da questo punto, curata e approfondita è stata l’analisi di Bruno Maria Guglielmotto-Ravet.
Ad accompagnare gli scritti, le opere ideate e realizzate dai pittori del Circolo Artisti del Comitato che sono stati invitati sul palco mentre il pubblico ha potuto ammirare alcune delle loro creazioni proiettate per l’occasione. Elena Bertoldo, Maria Ada Bonardi, Maria Teresa Cardone, Eva Caresio, Giorgio Cestari, Sergio Coppo, Aurora Esposito, Aurelio Togliatto hanno impreziosito con il loro genio pittorico la pubblicazione.
Ma a rendere magica la serata con la sua inconfondibile e coinvolgente voce, Alberto Morella, che ha concluso leggendo in piemontese la leggenda del poeta lanzese Silvio Bellezza “Ël diav, na vòlta fait ël travaj, a l’era subit andait a piesse ‘l sach con l’anima, e, bele content, a l’avìa durbilo, pront a ‘nforchela e portesla ant l’infern…”, (Il diavolo, compiuta l’opera, era subito corso a prendersi l’anima contenuta nel sacco e, soddisfatto, l’aveva aperto, pronto a inforcarla e portarsela all’inferno…ma).
Ora che la curiosità inizia a salire non resta che affrettarsi ad accaparrarsi una copia del libro che è da leggere e rileggere. Leggere con quell’impeto e quella voracità quasi “diabolica” e rileggere con calma e riflessione per cogliere tutti quei particolari storici e quelle curiosità che l’autore Giardino ha saputo racchiudere nel volume del Comitato Ponte del Diavolo.
Foto di Rosa Fragapane, Giuseppe De Troia, Giacomo Pessarossi