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Natura, eventi, territorio

“Vera tra le rocce” il romanzo di Sartori ambientato ad Ala di Stura

DiElena.Caligiuri

Giu 9, 2022

ALA DI STURA – L’amore per la montagna, il desiderio di ritrovare quel luogo in cui ci sentiamo al sicuro, la voglia di evadere e scoprire, i dubbi e le scelte. Marco Sartori ha voluto racchiuderle tutti questi particolari e molti altri in “Vera tra le rocce”, il suo ultimo romanzo ambientato nelle Valli di Lanzo, ad Ala di Stura. ≪Talvolta le idee vengono così – spiega l’autore – camminando in montagna. Proprio guardando il lavoro dei pastori e soprattutto le donne impegnate in queste attività è nato lo spunto del mio nuovo romanzo≫.

Marco Sartori vive e lavora in Val di Susa. Scrive per passione fin dall’infanzia, cercando di conciliare l’amore per la montagna con quello per la letteratura. Nel 2006 esce il suo primo romanzo La Saga Oscura, per Spunto Edizioni: Il mistero della montagna (2014) e Lo sguardo oltre le vette (2017)
ambientati nelle valli di Lanzo. Più volte è stato premiato, per i suoi racconti, in diversi concorsi letterari.
≪Vera è una ragazza che conduce una vita rurale alle pendici della montagna – spiega Sartori – con la mamma e la sorella. Presto il suo bisogno di conferme e di affetto l’attira tra le luci e le persone, ma l’incontro con gli altri non sempre riserva piacevoli novità. Un’occasione, il suo coraggio e la sua intraprendenza la portano in montagna a fare la pastora, lontana dal mondo, dove crede di trovare se stessa. Alle prese con la vita, Vera si accorge che la solitudine dei suoi monti non basta, il confronto e l’incontro con gli altri è l’unico modo per conoscersi davvero nel profondo≫.

Quella di Sartori è una montagna non troppo idealizzata, fatta di bellezze, ma anche di lavoro e di fatica.

≪Il romanzo di Marco Sartori inizia tra queste montagne – scrive Giuseppe Mendicino nella prefazione – un mondo di terre alte tra i meno conosciuti del nostro arco alpino. Le descrizioni ambientali hanno quindi il sapore del visto e del vissuto. Vera, la protagonista della storia, cresce nel minuscolo paese di Ala di Stura, di aspetto gradevole senza esser bella, scostante ma sensibile. Vive la sua giovinezza combattuta tra la curiosità e la paura delle comodità cittadine, e la passione per i silenzi e la bellezza degli alpeggi. La solitudine, il trascorrere del tempo in giorni spesso uguali uno all’altro, a tratti, la sgomentano. E un amico, il vecchio Garibaldi, l’avverte: “Parlare da soli non serve a niente perché dall’altra parte trovi uno che ti dà sempre ragione”.
In questo libro la montagna, con i suoi silenzi e l’ampiezza di orizzonti, è presente dall’inizio alla fine, ma c’è anche il tema del lavoro, quello solitario e quello condiviso con gli altri≫.