VALLI – Gli amministratori locali fanno un appello ai candidati a sindaco di Torino. Lo fanno scrivendo un documento che è stato presentato questa mattina, lunedì 11 ottobre, in una conferenza stampa presso la sede provinciale di MCL a Torino: un’appello ai candidati a sindaco di Torino Stefano Lo Russo e Paolo Da Milano. Il documento è stato sottoscritto, finora, da centinaia di consiglieri comunali e da molti sindaci.
Tra i primi cittadini aderenti: Giorgio Merlo (Pragelato), Alberto Rostagno(Rivarolo Canavese), Francesco Casciano(Collegno), Roberto Costelli(Cumiana), Sergio Paschetta(Cavour), Davide Eboli(Ceres), Gianluca Blandino(Rubiana), Mario Moschietto(Pralormo), Mauro Vignola(Bobbio Pellice), Ugo Papurello(San Carlo Canavese), e Loredana Devietti(Ciriè).
«Chiediamo al futuro sindaco – commenta il sindaco di Ciriè Loredana Devietti – che abbia la stessa attenzione per la città, la cintura di Torino, la pianura e la montagna».
«Serve concretezza per queste città metropolitane – spiega il sindaco di Ceres Davide Eboli – servono servizi essenziali che svolgeva bene la Provincia prima, dalla scuola alla pulizia, alle strade. Serve una visione più globale, un dialogo fra territorio e sindaco, persone che sappiano quali sono le difficoltà dell’intero territorio, sono 315 comuni di un territorio per la maggior parte montuoso. La città metropolitana di Torino è l’unica con una percentuale così alta di montagna che arriva anche con un confine estero. La montagna va rivaluta, ripulita, bisogna avere le sostanze economiche necessarie, evitare disastri idrogeologiche, serve una competenza politica che è mancata in questi anni».
Appello degli amministratori locali dei territori ai candidati sindaci di Torino
- La pessima riforma Del Rio del 2014 ha abolito le Province – l’ente storicamente più vicino ai Comuni – per sostituirle con le Città Metropolitane. Il risultato è stato un fallimento politico, organizzativo, amministrativo, gestionale e logistico con cui occorre, purtroppo, fare i conti quotidianamente.
- Le ultime due gestioni dell’area metropolitana torinese – quella guidata prima da Fassino e poi da Appendino – sono state ispirate e condizionate, anche comprensibilmente, da una logica e da una cultura ‘torinocentrica’. Cioè da una gestione che, di fatto, ha puntato tutto su Torino trascurando i bisogni e le istanze della ‘Città metropolitana’, in particolare i Comuni della seconda cintura torinese.
- È noto che la ‘Città metropolitana’ di Torino è unica nell’intero paese per la sua composizione e articolazione territoriale. Territori profondamente diversi l’uno dall’altro che richiedono politiche diverse e, soprattutto, una guida politica sovracomunale autorevole e permanente.
- In questi anni è semplicemente mancata la figura di un ‘Sindaco metropolitano’. E, in assenza di questa figura e di ciò che politicamente poteva esprimere, è cresciuta specularmente l’emarginazione dei territori della seconda cintura torinese. Dove, cioè, il ruolo e la funzione delle vecchie Province era più incisiva e determinante. È, quindi, indispensabile individuare fin d’ora i vicesindaci metropololitani.
- Si è sperimentato concretamente l’assenza di politiche attive attorno ai temi che caratterizzano principalmente quei territori: dalla manutenzione ordinaria e straordinaria all’istruzione; dalla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale al turismo; dai servizi al welfare. Insomma, è mancata una ‘regia’ politica che avesse l’obiettivo di far crescere un territorio in simbiosi con la città e il suo hinterland.
- Apprendiamo, con un po’ di sconcerto, che nella campagna elettorale continua ad essere un elemento decisamente secondario la questione del ruolo e della funzione della ‘Città metropolitana’. Un’assenza che ci preoccupa e, soprattutto, rischia di continuare a penalizzare interi territori.
- Si dica con chiarezza, a cominciare dagli ultimi giorni della campagna elettorale in vista della scelta del ballottaggio, se si vuole continuare a considerare la ‘Città metropolitana’ un ente di serie B o se, al contrario, si pensa di voler governare realmente i territori della intera ‘Città metropolitana’ torinese.
- La ‘Città metropolitana’ non potrà più ridursi, com’è stato in questi anni, al di là di ogni polemica politica e men che meno personale, un ente sostanzialmente e politicamente inutile. I candidati a Sindaco di Torino dicano con chiarezza cosa intendono fare.
- Senza un governo del territorio, reale ed autentico, si consolida definitivamente l’emarginazione e la perifericità di buona parte della ‘Città metropolitana’ torinese compromettendone il suo futuro e la sua stessa ‘mission’.
- In ultimo, ma non per ordine di importanza, se non si ritiene più che la ‘Città metropolitana’ possa essere governata con la dovuta intelligenza, dedizione e passione, allora lo si dica apertamente senza ulteriori ipocrisie. La sola gestione burocratica e protocollare non è più sufficiente. Sarà in quel momento che si potrà attivare una iniziativa politica pubblica per la vera possibilità di governo di quest’Ente intermedio.