Chissà quante volte l’autore alla domanda “cos’è per te lo stupore” avrà visto gli intervistati volgere lo sguardo verso l’alto, quasi alla ricerca di un consiglio, di un’ispirazione, della definizione più sentita. Perché in fondo lo stupore è quel che sentiamo, ognuno a suo modo, quella rara emozione che per un attimo ci fa sgranare gli occhi e ci lascia senza fiato. Ci lascia incantati come il fanciullino di Pascoli a guardare il mondo come fosse la prima volta, con la genuinità di un bambino.
Ha letteralmente spopolato Enrico Cocciulillo, autore del libro “Lo Stupore” durante le presentazioni del suo saggio e, il prossimo appuntamento sarà a Torino, martedì 5 ottobre alle ore 21,00 presso il Centro Culturale Italo-Arabo Dar Al Hikma, in via Fiocchetto 15. Introdurrà il professore Younis Tawfik, presidente del Centro Culturale. Interverranno: Silvia Garbarino , Segretario dell’Associazione Stampa Subalpina, Franca Giusti, Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e come moderatore Stefano Tallia, Giornalista RAI.
Alla sua prima fatica letteraria Enrico Cociulillo, nato a Cusano Mutri, ora residente a San Mauro Torinese, è laureato in sociologia con una tesi in metodologia degli Uffici Stampa. Giornalista freelance è consigliere nazionale della Federazione della Stampa.
«Ho voluto creare un saggio sullo stupore – spiega – realizzando uno studio e delle ricerche. Si parla dello stupore ai tempi di Aristotele, Dante, in vari periodi storici fino ai giorni mostri. Poi ci sono alcune interviste immaginarie a personaggi famosi come Manzoni, Giovanna D’Arco, Cleopatra, Giuseppe Verdi, Agnelli, comici come ad esempio Totò o Macario, riferimenti a luoghi come il Canavese e le Valli di Lanzo. Poi ancora lo stupore secondo filosofi, scrittori, attori, musicisti, per Marco di 8 anni, per Vilda di 102 anni e per Papa Francesco».
E se da una parte stupire e riuscire a stupirsi sembra qualcosa di complicato e misterioso, dall’altra come afferma “Albert” «Io sono ospite a vita dello Stupore perché non c’è dubbio che io sia l’uomo più stupito del mondo …Il mio segreto è stata la semplicità. È questo che mi ha permesso di stupirmi sempre. Devo dire grazie a Galileo: senza la sua semplicità non ci sarei mai arrivato. Galileo molto semplicemente ha fatto
delle prove: ha ideato il metodo sperimentale: è solo attraverso gli esperimenti che le leggi della natura possono essere riconosciute. Ogni esperimento si riduce in definitiva a misure di spazio e tempo».
E poi ancora il gioco dello stupore e della bellezza, lo stupore davanti a Dio, in cucina, nella musica.
«Quando Enrico dice che Mozart è Mozart che suona è chiaro così, non serve aggiungere altro. – scrive Franca Giusti – Questo saggio vale molto perché non annoia, ma anzi, avvolge e coinvolge con il parallelo tra l›idea dello stupore e la quotidianità, gioco tra illustri di ogni tempo ed Enrico, tra dialoghi scientiFilosofici e scorci di letteratura. Leggero sì ma mai banale offre infiniti spunti di riflessione. Pensavo che avrei letto «tutto d›un fiato» mi son sbagliata, ho letto una pagina per volta, talora mezza perché ho trovato frammenti di riflessione seminati ovunque su cui tornerò ancora…».
Fra una riflessione, un sorriso, un ricordo Cocciulillo, scrive: «Io penso che lo stupore sia sempre un gioco, almeno da parte di chi lo provoca. Consapevoli o no, ci giochiamo tutti con lo stupore. Forse ci giochiamo perché non possiamo permetterci di perdere il senso della meraviglia perché sarebbe come cessare di vedere, sarebbe un po’ come morire, annichiliti dalla noia». Ma non appena i nostri occhi scorrono le prime pagine del libro, qui inizia il gioco. E non smettiamo più di stupirci.