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Natura, eventi, territorio

Aperta una via sull’Uja di Mondrone

DiElena.Caligiuri

Lug 18, 2021

Hanno suonato tutti e tre la campana sulla cima conosciuta come “il Cervino delle Valli di Lanzo” dopo un minuzioso lavoro che gli ha permesso di aprire una nuova via sull’Uja di Mondrone.

L’idea è nata da Giovanni Castagneri, Aspirante Guida Alpina Valdostana e autoctono di Mondrone. Insieme a lui Marco Celesia, amico valdostano conosciuto per essere un ottimo chiodatore in Valle D’Aosta ,e Francesca Genotti, amica compaesana maestra di sci e appassionata di alpinismo, che aveva il compito di documentare la giornata con video e foto.

«Partiti da Mondrone di buon’ora – e soprattutto di buona volontà – con il compito di chiodare le soste della via Rossa, con gli zaini pieni di materiale quali spit, trapani, martelli e friend, ci avviamo lungo il sentiero che porta verso il Bivacco Molino, – documenta Francesca Genotti – oltre il quale a 2400m circa appena sotto il Passo dell’Ometto, e finiamo con l’aprire una nuova via alpinistica di VIII grado nelle Valli di Lanzo.
Questa parete ospita la maggior parte delle vie esistenti per raggiungere la vetta, ma questa è probabilmente la più tecnica:
la linea è esposta a nord-est tra la Cresta dell’Ometto e la Via Rossa-Chironna e la possiamo suddividere in 3 parti: la prima più tecnica, la seconda più fisica e l’ultima con tiri tra quarto e quinto che sbuca sul tratto finale della Cresta dell’Ometto per arrivare alla vetta.
La via è quindi da classificarsi come un VIII grado su buonissima e solida roccia, circondata da un’imponente Ciamarella, dalle Levanne e dal Gran Paradiso che timido si vede in lontananza.


Quasi 8 ore di lavoro, appesi in parete a pulire ed attrezzare una linea trad con soste e la prima protezione in fix inox, per rendere la via maggiormente sicura per chi la ripeterà. Tutto il materiale d’attrezzamento é stato gentilmente fornito dallo scrittore e storico Marco Blatto che ringraziamo enormemente soprattutto in un’ottica di comune interesse nella valorizzazione del territorio attraverso l’immagine alpinistica delle nostre montagne».

« A documentare il lavoro di una giornata, quella del 19 giugno, che riaccende i riflettori su una montagna molto estetica e mai banale, a partire dalla via normale sicuramente più frequentata – spiega Giovanni Castagneri – ci pensa Francesca Genotti attraverso foto e video dell’intera salita.
La nostra speranza è che questa nuova via – il cui nome “le Pene di Francesca” può già dare un’idea della difficoltà moderata – attiri scalatori e alpinisti appassionati di arrampicata trad e che sono alla ricerca di quella componente alpinistica che solo un ambiente come questo può regalare.
Ringraziamo anche la Guida Alpina Rodolfo Bonino che anni fa aveva percorso una linea accanto con passi in artificiale con i compagni di cordata Fassero e Vigo.
L’arrivo per il tramonto in vetta ha reso indubbiamente tutto più magico, e suonare in tre la campana situata in cima ha consacrato l’attimo in cui abbiamo realizzato che quel giorno, nella frenesia del mondo in cui siamo quotidianamente immersi, un nuovo capitolo dell’alpinismo delle nostre montagne, era stato scritto».